Qualche aneddoto

Gelato a quota 2218

E' la prima domenica di settembre del 1993 e come da tradizione c'è il “Giro delle cime”. Quest'anno si parte a piedi dalla stazione in quota della funivia, il gruppo molto numeroso si snoda sul sentiero delle creste e ben presto il lungo serpente di camminatori si spezzetta con i primi che vanno via veloci e subito spariscono alla vista e gli ultimi che chiacchierano, rallentano, se la prendono comoda.

 Il tempo è bello e nonostante l'altezza c'è caldo e la fatica, superata cima Pozzette, si fa sentire soprattutto per il continuo saliscendi. Finalmente arriviamo alla forcella Valdritta ai piedi della cima e lì il gruppo si ricompatta e decide di fare la deviazione verso la cima: quasi tutti salgono per il ripido sentiero e arrivati sulla cresta,  presso la croce, tutti si siedono per il meritato riposo: solo uno è in piedi e armeggia con il suo zaino: è il Lorenzo “Pio” che ad un certo punto estrae un contenitore termico lo apre e... appare il gelato, subito distribuito in coppette anche loro uscite miracolosamente dallo zaino: un gelato a 2218 m di quota durante una escursione!

Ricordo del Berto

Il nostro Presidente Giacomo Bertuzzi racconta questo aneddoto:

Il primo CREST comunale sul Monte Baldo si tenne alla ex Caserma della Finanza, terminata di ricostruire da poco. Mancavano ancora il corrimano della scala, i letti e i materassi. Per il corrimano bastò una solida corda, al resto provvide il comune.

Il primo anno gli alunni erano pochi, 15 in tutto. I ragazzi erano seguiti da me come direttore e da un assistente educativo; il CREST durò solo due settimane ( negli anni successivi la durata del CREST fu di sei settimane). Si mangiava a pranzo presso La Capannina e la sera si scendeva con la funivia, senza pernottare. In seguito si mangiava presso la Caserma e si pernottava per due settimane.

I primi due anni  a sorvegliare la Caserma c'era il Berto Andreis, servizievole, attento al comportamento dei bambini, si occupava della legna, del fuoco, del generatore di corrente. Mi ero accorto però che ogni mia decisione sulla gestione della caserma doveva passare prima all'approvazione del Berto. Allora ero un semplice iscritto al G.A.M., mentre lui era un veterano ed era responsabile della caserma.

L'estate successiva ancora il CREST col Berto, 35 alunni per più settimane. Quale è stata la grande sorpresa. Per tutte le decisioni: regole, orari, legna, ecc. … il Berto veniva da me a chiedere il parere o il permesso, se ero d'accordo ecc. Incuriosito verso la fine del CREST chiesi spiegazioni del cambiamento e quello rispose: “ Adesso che sei il segretario, dopo il presidente, sei tu che comandi!” 

 

Disavventura a lieto fine

Settembre, il classico “giro delle Cime” con destinazione Dosso Spirano (dove ci aspettava un piatto fumante di pasta) passando dal rifugio Damiano Chiesa, Monte Varagna, Mandriole, Re di Cola e finalmente Dosso Spirano. Malgrado qualche problema iniziale, causato da un sassolino nella scarpa, si arriva al Damiano Chiesa per il ristoro. Quindi il gruppo riparte per il Monte Varagna quando si ripresenta il problema del mattino perché il sassolino aveva lasciato conseguenze più serie di quanto potesse sembrare. Questo inconveniente suggerì di scegliere, per l’infortunato accompagnato dal fratello, la discesa meno impegnativa dal bivio baita della  Selva a Dosso Spirano evitando il sentiero delle Mandriole molto più impegnativo. Dopo la separazione dal gruppo, uno dei due fratelli si accorge di avere smarrito una accessorio del suo equipaggiamento fotografico, lascia il fratello e torna sui suoi passi ripromettendosi di raggiungere a breve il fratello (che infortunato non poteva correre). Intanto il gruppo, concluso il percorso programmato, arriva a Dosso Spirano dove si trova anche l’infortunato. Dopo essersi rifocillati, pronti a partire per il ritorno, alla conta, ci si accorge che manca uno dei fratelli, quello che si era separato per cercare l’accessorio fotografico.

Subito si organizza una squadra di soccorso, composta da due gruppi ciascuno di due soccorritori che ripercorrono i possibili sentieri a monte, verso Varagna e Re di Cola, il tempo stringe: c’è solo 1 ora prima del buio. I due gruppi si danno appuntamento all’incrocio dei sentieri verso il monte Varagna. I soccorritori percorrono i sentieri e le possibili deviazioni richiamando il disperso. Finalmente uno dei gruppi di soccorso, sul sentiero della Busa Brodeghera, ritrova il disperso disidratato e spaventato. È tardi, per tornare conviene risalire fino a Malga Zures, dove si arriva alle nove di sera e, dove, per una fortunata coincidenza, c’è un cacciatore che può dare un passaggio al disperso e ai suoi soccorritori.

Intanto il secondo gruppo di soccorso, mancato l’appuntamento all’incrocio dei sentieri, proseguiva verso i Prati di Nago e, a causa del buio incipiente, a sua volta si perde.

Il gruppo di soccorso con il disperso a sera inoltrata finalmente rientra a casa e al riscontro sulle sorti del  secondo gruppo verifica che non ha dato più notizie. Occorre organizzare subito un’altra spedizione per la ricerca dei nuovi dispersi. Con il fuori strada si raggiunge Malga Zures, poi, ancora, verso Baita della Selva, da qui, muniti di torcia, su verso Dosso Casina dove finalmente, alle due di notte, i dispersi rispondono ai richiami e i soccorritori possono finalmente ricongiungersi.

Tutto è bene quel che finisce bene … ma, da allora, le regole dell’escursionismo sono state seguite con il rigore necessario ad evitare gli affanni che può dare anche un territorio famigliare come quello di una montagna amica come il monte Baldo.

 

 

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